Eccomi dopo 3 giorni dal mio rientro a dover mettere nero su bianco ciò che ho vissuto, capito e soprattutto provato nei venti giorni della mia permanenza nella parrocchia di Cotiakou. Ebbene, la prima cosa che mi viene in mente di dover sottolineare è la capacità di accoglienza di don Angelo e don Leonardo, i sacerdoti che si occupano della missione laggiù; sin dal primo momento che siamo entrati in casa ricordo solo momenti di gioia ed apprendimento vissuti assieme. Stessa capacità di accoglienza è tenuta dalla popolazione del villaggio, e di quelli limitrofi, i quali pur di ringraziarti per quell’ora passata assieme (o per la catechesi o per la Messa) si privano di un potenziale pranzo/ merce scambiabile quali galline o uova. Bello è stato anche vedere che esiste una Chiesa “non convenzionale”, diversa insomma da quella cui siamo abituati.
Abbiamo visto una Chiesa che rende possibile l’istruzione e l’entrata diretta nel mondo del lavoro; nonché una Chiesa davvero vicina alle persone, quale quella che si occupa dell’ospedale di Tanguieta e le suore della scuola per sordomuti di Peporiyakou. Da questa esperienza ho potuto capire bene una cosa: ho compreso il significato della frase “l’essenziale è invisibile agli occhi”, perché è proprio vero che nella nostra società si è persa l’abitudine di stringere bei rapporti fra persone, che è una delle prime cose che è avvenuta lì a Cotiakou.
Riconosco che se non avessi stretto molti rapporti, se non fossi sceso al pozzo o se non avessi cercato di comportarmi come loro in mezzo a loro, ora, qui non saprei cosa scrivere, non avrei argomenti da trattare, perché non li avrei vissuti… Ed invece, proprio vivere questo “essenziale”, mi ha riempito il cuore di gioia e la mente di tanti bei ricordi!
Nicola Cota
Nicola Cota
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Illustrazioni dal convitto di Cotiakou (Dicembre 2020 / Gennaio 2021)